venerdì 6 giugno 2008

Il parroco e la turista

A Firenze, il mese scorso, facendo turismo una mattina, ho comprovato che sono sempre di più le chiese con visita a pagamento.

Nel Duomo e in San Lorenzo, comunque, io sono entrato gratis. Infatti se entri in chiesa per pregare non paghi: certo, allora non puoi accedere a tutto il recinto del tempio, ma un giretto ridotto puoi farlo benissimo dopo aver pregato (o assistito alla messa, o fatto la confessione).

Ad ogni modo io veramente volevo pregare: il giorno precedente una amica aveva subito un brutto contrattempo, e con il marito mi ero impegnato a pregare per lei e per lui; e poi, a parte l’aspetto cultuale, delle chiese apprezzo l’arte..., ma soprattutto quel tesoro massimo che esse custodiscono e che i turisti, bramosi di spiegazioni sonore, non sanno trovare (ed impediscono ad altri di trovare): il silenzio.

Poco prima avevo letto un libro, Più gioia in cielo (Paoline, 2001): un libro di spiritualità scritto bene e che rivela nell’autore, il sacerdote milanese Andrea Mardegan, un pensiero preciso su cosa implica oggi la scelta della fede. Nel libro mi aveva colpito un commento sull’episodio evangelico in cui Gesù attacca discorso con una donna samaritana.

Nel racconto di Mardegan, la samaritana diventa una turista attuale in visita a una chiesa, e Gesù un sacerdote in confessionale. E così, allo stesso modo che la foto che Creck mi ha fatto a Firenze rientra nella cornice più ampia della foto fatta da Suso alle sue spalle, anche l’immaginato dialogo tra il parroco e la turista si inserisce in una storia più grande, fa parte di quell’altro colloquio di significato eterno che Gesù ha avuto con la samaritana.

Il dialogo tra il parroco e la turista finisce con la confessione di questa. La scena, ovviamente, potrebbe aver avuto luogo in una delle tante bellissime chiese di Firenze... Oppure di Roma, la mia città.

Appunto perciò, consentitemi di indirizzare ai romani un po’ di pubblicità della confessione. Ho trovato su internet dati riguardanti i confessionali di dieci chiese di Roma: chiese di dieci quartieri diversi. Eccole, con i relativi link agli orari delle confessioni: chiesa del Gesù (Centro), San Giovanni Battista in Collatino (Casal Bruciato), parrocchia della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo (Torrenova, 8º municipio, dopo il raccordo), San Gabriele dell'Addolorata (Cinecittà), San Gregorio Barbarigo (Eur), San Francesco Saverio (Garbatella), San Girolamo a Corviale (Portuense), San Giulio (Gianicolense), Cristo Re (Prati), San Pio X (Balduina).

“Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”, dice Gesù nel Vangelo, e da questa frase ha ricavato Mardegan il titolo del suo libro. Già, ma anche in terra c’è tanta gioia per la confessione dei peccati e la riconciliazione con Dio: chiedete alla turista..., o meglio fate la prova voi stessi.

Non è abituale, purtroppo, sentire il consiglio di andare a confessare. Eppure confessarsi è il modo migliore di mettere a posto la coscienza. Lo dico per esperienza propria.

2 commenti:

Mary Lennox ha detto...

Grazie!! Sono d' acordo con lei, qui a Buenos Aires anche i turisti sono chiassosi.
Questo post mi ha venutto come anello allo dito! Ci vado a Roma e bissognavo di sapere questo. Hai altri consigli?
Attentamente
La picolla
Mary Lennox

ALF ha detto...

Ti consiglio una trattoria in via Governo Vecchio, vicino a Piazza dell'Orologio: Da Tonino. Non ha l'insegna, ma sapendo che non ce l'ha non è difficile trovarla. Il posto è coinvolgente, si mangia bene e costa pochissimo.

ALF