Qualche volta il premio Nobel fa centro. Certamente, alcuni premiati come Dario Fo o Elfriede Jelinek possono lasciare il tempo che trovano (a dirlo non sono io, ma un "pentito" tra i giurati del Nobel). Altri però sono veramente bravi: per esempio, appunto la Szymborska, premio Nobel nel 1996.
Wislawa Szymborska è polacca e ha adesso 84 anni. Appartiene quindi a quella schiera di scrittori di grande levatura, come Zagajewski, Milosz o Kapuscinski, che nella Polonia comunista, con o contro il partito (per lo più, contro), hanno dimostrato una spinta interiore tale da consentirli di superare quella dinamica interna di avvilimento dello spirito che è propria delle dittature.
Molte sono le poesie di questo volume che mi sono piaciute. Ricordo in particolare quella intitolata Ogni caso, in cui, a qualcuno appena sfiorato e risparmiato da una sciagura, la Szymborska, dopo varie espressioni epidermicamente celebrative della buona fortuna, rivolge questi versi conclusivi:
“Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore”.
come mi batte forte il tuo cuore”.
E così un cuore che batte forte sono due cuori all’unisono? Talvolta sì. Gli innamorati lo sanno bene: sanno come il piacere di trovare, nel proprio cuore, quello di chi si ama compensa mille volte dell’angoscia precedente. Lo sanno anche i santi. Sant’Agostino, nelle Confessioni, lo esprime con parole solo all’apparenza antitetiche: “ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te”.
Se non batte forte, con la forza di due, il cuore non è tranquillo: è inquieto, in affanno. Un cuore solitario è sempre un cuore debole, regge a fatica.
Va bene, per finire ecco altre due poesie d'amore di Wislawa Szymborska che mi piacciono molto, anche se, chissà perché, lei le ha escluse da Vista con granello di sabbia: le ho trovate su Adelphiana.
Nessun commento:
Posta un commento