venerdì 6 febbraio 2009

Benedetto alla prova orale

Tanti in questi giorni, per via delle pagliacciate di un vescovo lefebvriano, criticano Benedetto XVI e dicono che Giovanni Paolo II era meglio. Io, per una questione di buon gusto, evito i paragoni papali, ma ricordo bene che anche ai tempi del suo pontificato Giovanni Paolo II era criticato da certi esperti che invece rimpiangevano Paolo VI. E mi sembra che anche ai tempi di Paolo VI non mancassero i nostalgici di Giovanni XXIII...

Ma, siccome nella vigna del Signore c’è di tutto, ecco invece Sandro Magister, un giornalista che all’epoca di Giovanni Paolo II attaccava con ferocia, dalle pagine dell’Espresso, la Chiesa ufficiale, diventato ora un fan di Benedetto XVI. Si veda, per esempio, il suo blog, Settimo cielo, raggiungibile dal sito di Repubblica.

Magister ha curato recentemente un bel libro del Papa per Scheiwiller, forse la casa editrice italiana più generosa con la poesia: Omelie. Si tratta di una antologia della predicazione del Papa nel corso dell’anno liturgico 2008, preceduta da una bella introduzione di Magister: bella e didattica, come conviene al cognome dell’autore. Poi, ogni omelia va accompagnata dalle letture bibliche della relativa cerimonia (messa o vespri).

Per quel che vale la mia testimonianza, posso dire che io nel 2008, dopo molti anni di latitanza, sono andato alla veglia pasquale in Vaticano, e che ciò che mi ha colpito di più è stato proprio l’omelia del Papa: più che la bellezza della cerimonia, più che la basilica insolitamente lucente, più che la devota, oceanica folla.

Era una omelia rivolta ai catecumeni che stavano per ricevere il battesimo, ma era ricca di figure suggestive anche per chi, come me, battezzato lo era già: l’amore che fa rimbalzare la morte nella vita; Gesù morto e risorto come nuovo passaggio del Mar Rosso (si sa che il binomio Mosè-Gesù è molto caro a Ratzinger); il fuoco della veglia pasquale che in origine si prendeva direttamente dal sole (dal cielo) per mezzo di un cristallo...

Tutte queste cose le ricordo non perché ho una memoria strepitosa (anzi), ma perché, grazie a questo libro, mi sono riletto l’omelia. È un esercizio che consiglio a tutti: non è la stessa cosa che sentire il Papa, ma la differenza non è tanta.

Per il resto, non so se l’omelia della veglia pasquale sia la migliore. Forse non lo è: leggendole, ne ho trovate altre non meno belle. Ma chiaramente è quella che ho vissuto più intensamente. Perché, si sa, ognuno ha la sua storia: anche la sua storia di fede.

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