domenica 29 luglio 2012

La fede cristiana spiegata da Lewis

“Non perdere il tempo a pensare se ami o meno il prossimo: comportati come se lo amassi”. È una delle tante idee di un piccolo capolavoro dell’apologetica del XX secolo che ha per autore C.S. Lewis e per titolo Il cristianesimo così com’è. In Italia si trova nel catalogo di Adelphi.

Nato dalle varie puntate di una trasmissione radiofonica andata in onda negli anni quaranta, ha un linguaggio spigliato ma preciso, ironico ma accogliente. Non è soltanto un’opera di divulgazione, è una riflessione sulla fede con tanti spunti originali, d’autore.

Soltanto l’uomo che si propone di combattere tenacemente il male —dice per esempio Lewis a un certo punto— può conoscere la portata della propria depravazione; colui che invece si arrende alla tentazione dopo cinque minuti non s’immagina la forza che quella stessa tentazione può raggiungere dopo un’ora. E io penso che è per ciò che i santi parlano così male di se stessi. Comunque il ragionamento di Lewis non finisce qui: di fronte alla pressione del male —continua— non ci resta che lasciar fare a Dio, e ciò è fede. E a me sembra, nella sua semplicità, una bella definizione di fede: se Dio è Dio, credere in Dio significa lasciarlo fare nella propria vita.

Il cristianesimo così com’è ha più di sessant’anni, e ovviamente non si confronta con alcune questioni recenti che adesso forse ci sembrano determinanti per il futuro della religione; ma è meglio così, perché in realtà non sono per niente determinanti. Che aggiunge o che toglie ai dati essenziali del cristianesimo l’accettazione sociale della convivenza extramatrimoniale, della contraccezione, dell’omosessualità? Che aggiungono o che tolgono alla verità del vangelo il caso Milingo o le carte di Vatileaks? Niente.

Il mistero di Cristo va affrontato nella sua sostanza, senza sofisticazioni e senza mistificazioni: così com’è.

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