domenica 27 novembre 2011

Ricordando Margaret Ogola

Margaret Ogola è morta lo scorso 22 settembre. Un cancro l’ha uccisa a soli 53 anni.

Ho scoperto Margaret Ogola come scrittrice alcuni anni fa, quando ho letto Il fiume e la sorgente (San Paolo, 1997). Poi l’ho scoperta anche in altre vesti: quella di medico pediatra, quella di madre di famiglia, quella di donna saggia e coraggiosa, orgogliosa di essere africana…

Una volta ho sentito certi suoi discorsi sui volti dei bambini. Parlava, in modo veramente toccante, dei bambini che lei vedeva morire in un ospedale di Nairobi per orfani malati di aids: un ospedale di cui lei era direttore medico. Lei alludeva ad altre realtà forse più profonde (era una donna di fede), ma io ho pensato subito che quei bambini orfani stavano morendo con il conforto di avere accanto a sé una mamma dolce e forte. Tra l’altro, Margaret Ogola aveva, oltre ai suoi quattro figli, altri due adottati, provenienti dalla sua famiglia allargata (questo però sembra che non sia un fatto eccezionale in Africa).

Anche Akoko, la donna “sorgente” delle quattro generazioni di donne che defluiscono attraverso Il fiume e la sorgente, è dolce e forte. Tanto dolce da indurre il capo della sua tribù a chiederla in moglie e a sborsare per lei un conto salato; e tanto forte da obbligare poi il suo uomo a non sposare altre donne, in barba alle usanze che legittimano la poligamia.

La storia di Akoko è una storia di riscatto, ma le altre donne del romanzo, figlie e nipoti di Akoko, non sempre vedranno coronate dal successo le loro traiettorie. Comunque, tutto sommato Margaret Ogola è ottimista, ha fede nella donna africana. “Sì, sono molto fiduciosa. Forse c'è qualche problema con il mio cervello! Una volta qualcuno mi ha attaccato perché il mio libro era tanto pieno di speranza, e io non me n'ero resa conto”, ha dichiarato nel 2005, in un’intervista per Mercatornet.

Il bel canto funebre che Akoko improvvisa alla morte del marito, un canto intenso, semplice, mesto, ha un battito tipicamente africano: vi si sente lo slancio del jazz. Vorrei oggi poter intonare qualcosa di simile per Margaret Ogola. Non ne sono capace, e devo accontentarmi con questo modesto omaggio scritto.

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