venerdì 10 ottobre 2008

Mercé Rodoreda, la prima della classe

Mi trovavo a Barcellona, il mese scorso, e un pomeriggio, percorrendo con i miei genitori una strada del quartiere di Gràcia, sono arrivato a un posto molto vicino alla Plaça del Diamant. È stato allora che mio padre mi ha detto una cosa che veramente non mi aspettavo: mi ha detto che, molto tempo fa, ha conosciuto personalmente Mercé Rodoreda.

Il fatto, per quello che poi ho saputo, risale al 1966, quando Joan Gurguí, il marito della scrittrice, è morto. Mio padre, allora molto più giovane di adesso, lavorava nella Camera della Proprietà Urbana di Barcellona, dove aveva lavorato pure Gurguí. La Rodoreda è arrivata un giorno, poco dopo il decesso del marito, per chiedere chiarimenti sulla pensione che in seguito avrebbe percepito, e a quanto pare è toccato a mio padre occuparsi di lei. Lui confessa che quella donna gli ha fatto molta impressione: certamente l’ha trovata ben al di sopra dei comuni livelli di mediocrità umana.

Su alcune circostanze legate alla morte di Gurguí, e sulla vita di Mercé Rodoreda prima e dopo, c’è informazione interessante in un articolo breve, ma serio e ben documentato, che invito a leggere.

Quanto ha a che fare La piazza del Diamante con la vita della sua autrice? Quanto c’è di Colometa in Mercé Rodoreda? Più di quanto pensavo, stando a quest’articolo, anche se sembra che Joan Gurguí sia stato un uomo lontano anni luce da Quimet, il marito di Colometa.

Mercé Rodoreda è nata il 10 ottobre 1908, esattamente cent’anni fa, ed è giusto ricordarla oggi in questa sede, con buona pace del neo nobel Le Clézio. É stata forse la più grande scrittrice catalana del Novecento, almeno in prosa (sarebbe difficile misurarla con i grandi poeti: Riba, Carner, Espriú...). La piazza del Diamante (1962), il suo capolavoro, è un romanzo tanto tenero quanto tremendo. Colometa, la protagonista, è una figura incantevole che attraversa convulsamente gli anni atroci della guerra e del dopoguerra con la sua fragile, drammatica innocenza.

È veramente un peccato che La piazza del Diamante non abbia in questo momento, nel mercato italiano, l’edizione che si merita. Se non sbaglio, l’ultima è del 1990 (Bollati Boringhieri). Sarebbe auspicabile che in occasione del centenario dell’autrice si rimediasse a questo torto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci ha pensato la casa editrice La Nuova Frontiera che ha appena pubblicato una nuova edizione de La piazza del Diamante, con la nuova traduzione di Giuseppe Tavani.

ALF ha detto...

Infatti, l'ho vista pochi giorni fa nella libreria Croce. Ringrazio l'anonimo contributo. ALF.