Un fratello morto ventenne è quanto basta a un mio amico per rifiutarsi di credere in Dio. In un libro appena letto ho appreso, invece, che un giovane studente, un tale Giulio, ha trovato la fede proprio nella passione e morte della sua ragazza, Lucia Roncareggi. Lucia, di Bresso (Milano), è stata stroncata da un tumore nel 1999, a soli 22 anni.Il libro, Preparami la colazione, di Giorgio Bernardelli (Centro Ambrosiano, 2001), è scritto, in realtà, a quattro mani: infatti il racconto di Bernardelli si intreccia alle poesie di Lucia, trovate in un quaderno dopo la sua morte. Il sottotitolo del libro (Storia di Lucia che dà del tu a Dio) traduce bene il rapporto di Lucia con il suo Dio, un rapporto che spazia dalla guerra (“...ti odio, / amore”) alla pace (“...conosco solo le gocce del pianto, / eppure oggi forse / sono felice”). Un rapporto che approda, infine, alla speranza: “Quando una vita comincia / è perché deve finire. / Quando una vita finisce / è perché deve cominciare”.
Tutto molto escatologico. Io però, dovendo scegliere una tra le poesie di questo libro, alla fine mi sono deciso per quella che ha per titolo Malattia: una poesia di una Lucia umana, molto umana.
Malattia
Tuonò d’ombra
sulle mie verdi foglie,
teneri virgulti vergini di vita.
E vidi la mia esistenza come un lampo...
Mai nessuno seppe
il perché
di quel tarlo nascosto
nel tenero tronco.
Troppo presto tuonò,
troppo tardi ti amai.
E memore del tutto,
so il sole che perdo
ignoro quello che trovo...
ed ho già nostalgia...




