domenica 13 gennaio 2013

Pochi ma liberi

Come per esempio “amore” o “coscienza”, la parola “libertà” è vittima di una iperinflazione che ha finito per renderla banale, insufficiente, meramente decorativa. Inoltre c’è il fatto che la libertà esperimenta troppo spesso i propri limiti in un mondo di intrecci interpersonali sempre più fitti, in una società con tanti protocolli, vincoli, regole, con tanti limiti alla libera scelta.

Libertà vissuta con la forza della fede (Ares, 2010), uno degli ultimi scritti della teologa tedesca Jutta Burggraf (1952-2010), è a questo riguardo una lettura illuminante. Chi lo presentasse come un piccolo trattato di morale non andrebbe errato: temi come la coscienza, le leggi morali, le passioni, la imputabilità delle azioni umane…, e senz’altro la libertà, cioè i grandi temi del discorso sulla morale, sono al centro delle riflessioni della Burggraf.

Ma c’è una cosa in questo libricino (meno di duecento pagine) che mi ha colpito: il soggetto dell’agire morale, il modello sul quale punta Jutta Burggraf nelle sue disquisizioni, non è “l’uomo retto”, oppure “l’uomo coerente”, o altri possibili personaggi ideali di questa guisa, bensì “l’uomo libero”. E ciò ha una ragione profonda nella forza della fede di cui al titolo, che ci indica che, tra tutte le fattezze che la libertà può assumere, nessuna è tanto carica di dignità umana quanto quella libertà per la quale, come dice san Paolo nella lettera ai Galati, Cristo ci ha liberato: una libertà che ci accosta alla verità, al bene e alla bellezza molto di più di qualsiasi altra istanza, e cioè non solo più della libertà intesa soltanto come autonomia personale, ma anche più della legge o del senso del dovere, per esempio.

Forse è vero che oggi i cristiani sono pochi. Ma niente li costringe, anzi trovano tanti ostacoli per rimanere fedeli al loro progetto di vita, a differenza di altri tempi nei quali l’ethos cristiano si poteva vivere parassitariamente: sono liberi sotto il giogo di Cristo e liberamente tengono la barra diritta contro il pensiero dominante. Hanno una marcia in più, si chiami forza, fede o libertà.

Nessun commento: